Il convegno, tenutosi sabato 12 novembre, ha visto la
interessata partecipazione da parte di un numeroso pubblico;
appassionati di ferrovia e di storia, ferrovieri ed autorità
cittadine.
Dopo la presentazione dell’iniziativa da parte di Renato Maceratesi
e Luciano Frittelli rispettivamente presidente del DLF Ancona e
responsabile della Direzione Territoriale Produzione Ancona di RFI.
la prima relazione è stata svolta da Mario Fratesi, Vicepresidente
dell’Istituto storia Marche, che ha inquadrato, sotto il profilo
storico, il periodo immediatamente precedente all’inaugurazione
della linea ferroviaria Bologna-Ancona. “ Con la elezione al soglio
pontificio del cardinale senigalliese Giovanni Mastai Ferretti
cambia l’atteggiamento del Governo pontificio nei confronti delle
strade ferrate; il suo predecessore, Gregorio XVI era infatti del
tutto ostile al treno come a qualsiasi forma di progresso.
Nel 1857 inizia la costruzione della linea Bologna-Ancona. “A
partire dall’autunno 1860, dopo la battaglia di Castelfidardo e
l’annessione delle Marche al Regno sabaudo ha concluso Fratesi sarà
il governo piemontese ad ultimare i lavori ed il 10 novembre 1861
Vittorio Emanuele II arriverà ad Ancona con il primo treno”.
Stefano Maggi - docente dell’Università di Siena e Presidente della
Fondazione Cesare Pozzo si è soffermato sullo sviluppo delle
ferrovie dopo l’Unità d’Italia. “Durante il Risorgimento il treno ha
rappresentato il principale simbolo di unione tra i diversi
territori (appartenuti a Stati diversi) della penisola”. A titolo di
esempio Maggi ha citato il caso della Porrettana, la quale
inaugurata nel 1864, attraversava gli appennini e metteva in
comunicazione Bologna con Firenze, il nord con il centro. L’anno
successivo l’arrivo dei binari a Lecce rendeva possibile il percorso
della “Valigia delle Indie”. Il trasporto delle merci su rotaia ha
portato grossi benefici all’economia del nuovo Stato, tanto che nel
decennio 1860-70 il 60% degli investimenti pubblici viene destinato
allo sviluppo della rete ferroviaria.
Maggi a parlato anche dello sviluppo della rete ferroviaria nelle
Marche, la cui massima espansione si è realizzata nel 1913.
Fabio Mariano, professore dell’Università Politecnica delle Marche,
ha parlato delle connessioni tra la ferrovia e lo sviluppo
urbanistico della città di Ancona. Attraverso rare, ed in alcuni
casi inedite, immagini Mariano ha illustrato i progetti di
espansione della città, le realizzazioni e gli edifici della
stazione di Ancona che si sono succeduti dal 1861 al 1947.
Nell’ultima relazione a carattere storico, il giornalista Jurij
Bogogna ha illustrato le fasi della costruzione della Bologna-Ancona
ed il dibattito conseguente all’arrivo del treno ad Ancona. Ha
iniziato citando il Corriere delle Marche, poi divenuto Corriere
Adriatico, dell’11 novembre 1861 : Ieri, fin dalle prime ore
pomeridiane una folla immensa di popolo s’accalcava lietissima da
Porta Pia alla improvvisata stazione della via ferrata, messa ad
addobbi, ed ove erasi posta una vasta galleria a mo’ di trono ove
ricevere Sua Maestà... Tirando un bilancio circa le conseguenze
della costruzione della Bologna-Ancona, Bogogna ha così concluso:
“…fu una novità che cambiò in maniera significativa il volto non
solo di Ancona ma di tutte le Marche, spostando gli insediamenti
industriali, collegando le città attraversate dai binari col resto
dell’Italia ed unificando, nei fatti, un Paese nato da soli pochi
mesi.”
Guardando al futuro Paolo Pallotta, Direttore di RFI - Direttrice
Adriatica, ha illustrato gli attuali progetti di sviluppo. Purtroppo
non si tratta di elementi sempre positivi: le FS, per motivi di
bilancio e mercato, si stanno orientando verso l’incremento dei
servizi sulle linee ad alta
velocità, e la linea Adriatica non vi
rientra, mentre le linee secondarie rischiano (per la Fabriano -
Pergola la cosa è già avvenuta) la progressiva chiusura.
Al termine del convegno, le autorità ed il pubblico si sono recati
nell’atrio della stazione per scoprire una targa commemorativa
dell’arrivo del primo treno ad Ancona.
Dopo l’inno nazionale il Sindaco Fiorello Gramillano toglie il
drappo di copertura della scultura e l’Arcivescovo Edoardo
Menichelli la benedice. L’opera, scolpita in pietra del Gran Sasso e
impreziosita da inserti in bronzo raffiguranti un moderno treno, il
duomo di Ancona e viaggiatori in attesa, è stata realizzata dal
maestro Mauro Graziani.
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