Forse chi non
osserva abitualmente il firmamento non se ne
sarà accorto, ma in questo periodo è ben
visibile il pianeta Giove, in direzione della
costellazione dell’Ariete.
Ad occhio nudo appare come una stella molto
brillante: in effetti è il quarto astro in
ordine di luminosità apparente, dopo Sole, Luna
e Venere.
Già agli antichi non era sfuggita questa “stella
errante”: come tutti i pianeti, muovendosi
attorno al Sole, Giove sembra spostarsi
attraverso lo sfondo delle cosiddette “stelle
fisse”.
Le fonti storiche testimoniano che il suo moto
in cielo fu osservato, studiato e registrato dai
popoli della Mesopotamia e dai Cinesi. Bisognerà
attendere il XVII secolo, cioè l’invenzione del
telescopio, per cominciare ad avere un maggior
numero di informazioni su questo pianeta.
Nel 1610 Galileo Galilei, padre della Scienza
moderna, documentò nella sua opera Sidereus
Nuncius le osservazioni di Giove con il
cannocchiale da lui costruito.
Si accorse che si vedevano al telescopio quatto
stelline, che cambiavano posizione rispetto al
pianeta notte dopo notte, per effetto del loro
moto di rivoluzione: si trattava dei maggiori
satelliti di Giove, che Galileo chiamò “astri
medicei”, in onore di Cosimo II de’ Medici, suo
protettore. Questi satelliti, o “lune di Giove”,
portano i nomi di Io, Europa, Ganimede,
Callisto. Fu Galileo a comprendere che
l’osservazione di quelle lune in moto attorno ad
un pianeta contrastava con la teoria
aristotelicotolemaica allora dominante, secondo
la quale tutto ruotava attorno alla Terra.
Successivamente, con la costruzione di telescopi
di prestazioni superiori, le conoscenze sono
accresciute ulteriormente; con l’evoluzione
delle tecnologie, gli scienziati hanno potuto
analizzare con sistemi avanzati non solo la luce
di Giove, ma anche le radiazioni
elettromagnetiche di altre frequenze.
Quando poi, con l’avvento dell’era spaziale,
varie navicelle si sono avvicinate al pianeta,
le immagini da esse inviate hanno lasciato i
terrestri senza fiato. Possiamo pertanto
affermare di avere oggi una conoscenza
abbastanza approfondita di questo corpo celeste:
sappiamo che è il pianeta più grande e massiccio
del nostro Sistema Solare, per cui il nome del
signore dell’Olimpo conferitogli in passato è
senza dubbio ben meritato. È un gigante gassoso,
costituito prevalentemente da idrogeno ed elio,
con altri composti in misura minore, come
ammoniaca, metano e acqua..
Rispetto alla Terra, la massa di Giove è circa
318 volte maggiore, il diametro più di 10 volte,
il volume più di 1000 volte. La distanza media
dal Sole, attorno al quale ruota in grosso modo
12 anni terrestri, è di circa 778 milioni di
chilometri. Già con i telescopi terrestri si
possono notare le turbolenze atmosferiche a cui
è soggetto: il pianeta appare come un disco
solcato da fasce chiare e scure parallele
all’equatore e, con gli strumenti ottici di
maggior diametro e quando l’aria è molto ferma,
si può osservare la Grande Macchia Rossa, un
ciclone che persiste da secoli.
Oggi sappiamo che, oltre ai quattro galileiani,
possiede almeno altri 59 satelliti trattenuti
dalla sua notevole forza di attrazione
gravitazionale; ha un intenso campo magnetico e
un sistema di deboli anelli, per nulla
paragonabili a quelli di Saturno. Per rendersi
conto di come si mostra Giove ad un telescopio,
basta partecipare ad una delle serate
organizzate all’Osservatorio di Pietralacroce
prima della fine dell’inverno. |