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Giove, il gigante del Sistema Solare

di  Davide Ballerini

Forse chi non osserva abitualmente il firmamento non se ne sarà accorto, ma in questo periodo è ben visibile il pianeta Giove, in direzione della costellazione dell’Ariete.
Ad occhio nudo appare come una stella molto brillante: in effetti è il quarto astro in ordine di luminosità apparente, dopo Sole, Luna e Venere.
Già agli antichi non era sfuggita questa “stella errante”: come tutti i pianeti, muovendosi attorno al Sole, Giove sembra spostarsi attraverso lo sfondo delle cosiddette “stelle fisse”.
Le fonti storiche testimoniano che il suo moto in cielo fu osservato, studiato e registrato dai popoli della Mesopotamia e dai Cinesi. Bisognerà attendere il XVII secolo, cioè l’invenzione del telescopio, per cominciare ad avere un maggior numero di informazioni su questo pianeta.
Nel 1610 Galileo Galilei, padre della Scienza moderna, documentò nella sua opera Sidereus Nuncius le osservazioni di Giove con il cannocchiale da lui costruito.
Si accorse che si vedevano al telescopio quatto stelline, che cambiavano posizione rispetto al pianeta notte dopo notte, per effetto del loro moto di rivoluzione: si trattava dei maggiori satelliti di Giove, che Galileo chiamò “astri medicei”, in onore di Cosimo II de’ Medici, suo protettore. Questi satelliti, o “lune di Giove”, portano i nomi di Io, Europa, Ganimede, Callisto. Fu Galileo a comprendere che l’osservazione di quelle lune in moto attorno ad un pianeta contrastava con la teoria aristotelicotolemaica allora dominante, secondo la quale tutto ruotava attorno alla Terra.
Successivamente, con la costruzione di telescopi di prestazioni superiori, le conoscenze sono accresciute ulteriormente; con l’evoluzione delle tecnologie, gli scienziati hanno potuto analizzare con sistemi avanzati non solo la luce di Giove, ma anche le radiazioni elettromagnetiche di altre frequenze.
Quando poi, con l’avvento dell’era spaziale, varie navicelle si sono avvicinate al pianeta, le immagini da esse inviate hanno lasciato i terrestri senza fiato. Possiamo pertanto affermare di avere oggi una conoscenza abbastanza approfondita di questo corpo celeste: sappiamo che è il pianeta più grande e massiccio del nostro Sistema Solare, per cui il nome del signore dell’Olimpo conferitogli in passato è senza dubbio ben meritato. È un gigante gassoso, costituito prevalentemente da idrogeno ed elio, con altri composti in misura minore, come ammoniaca, metano e acqua..
Rispetto alla Terra, la massa di Giove è circa 318 volte maggiore, il diametro più di 10 volte, il volume più di 1000 volte. La distanza media dal Sole, attorno al quale ruota in grosso modo 12 anni terrestri, è di circa 778 milioni di chilometri. Già con i telescopi terrestri si possono notare le turbolenze atmosferiche a cui è soggetto: il pianeta appare come un disco solcato da fasce chiare e scure parallele all’equatore e, con gli strumenti ottici di maggior diametro e quando l’aria è molto ferma, si può osservare la Grande Macchia Rossa, un ciclone che persiste da secoli.
Oggi sappiamo che, oltre ai quattro galileiani, possiede almeno altri 59 satelliti trattenuti dalla sua notevole forza di attrazione gravitazionale; ha un intenso campo magnetico e un sistema di deboli anelli, per nulla paragonabili a quelli di Saturno. Per rendersi conto di come si mostra Giove ad un telescopio, basta partecipare ad una delle serate organizzate all’Osservatorio di Pietralacroce prima della fine dell’inverno.