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Acqua e vita sulla terra:
conferme all’ipotesi della “panspermia”

di Davide Ballerini

L’abbondante presenza d’acqua e la formazione della vita sulla Terra sono state nei tempi recenti oggetto di numerose discussioni e dibattiti nel mondo scientifico, in cui si vedevano contrapporre due interpretazioni fondamentali.
Una teoria affermava che l’acqua e la conseguente vita si siano originate qui sulla Terra a seguito di processi chimici e biologici a lenta evoluzione, mentre l’altra sosteneva una possibile provenienza extraterrestre durante la formazione del proto
Sistema Solare: ipotesi della “panspermia”.
Quest’ultima aveva individuato come protagonisti di questo processo evolutivo le comete che, data l’abbondanza d’acqua, sotto forma di ghiaccio, presente nella loro composizione, avrebbero in passato, impattando sul nostro pianeta, portato i mattoni della vita.
A questa versione, però, si dovette rinunciare qualche anno fa, quando si scoprì che la traccia isotopica dell’acqua delle comete era differente da quella terrestre, facendo così cadere ogni speranza. Ora, invece, a seguito delle ultime scoperte si è riusciti con metodi diversi, fattore molto importante questo per la genuinità del risultato, a rilevare sulla superficie di un grosso asteroide della Fascia Principale, ghiaccio d’acqua e composti organici.
L’asteroide in questione è (24) Themis che con 200 km di diametro è situato tra Marte e Giove a circa 3 UA (1 Unità Astronomica = 150 milioni di km) ed è proprio questa sua relativa vicinanza al Sole che ha lasciato perplessi i ricercatori. Infatti a questa distanza l’acqua allo stato solido avrebbe avuto durata breve; il lieve riscaldamento solare sarebbe stato più che sufficiente a farla evaporare in un giro di un migliaio d’anni alle latitudini più favorevoli ad un massimo di qualche milione d’anni per quelle polari.
Quello che è sorprendente di questa scoperta è che la quantità di ghiaccio rilevata si estende su tutta la superficie dell’asteroide e, secondo gli astronomi, ciò si potrebbe giustificare solo con un continuo rifornimento d’acqua proveniente dal suo interno. Questo impone una importante rivalutazione di questi corpi celesti che fino ad ora erano stati considerati come masse rocciose aride costituenti una famiglia a sé.
Le tecniche adottate dai ricercatori si basano sull’analisi spettroscopica della luce solare riflessa dalla superficie di (24) Themis, dalla quale sono emerse le inconfondibili bande di assorbimento dell’acqua e le tracce di alcuni composti organici.
Lo scenario che viene ipotizzato spiegherebbe così la notevole quantità d’acqua presente sulla Terra che si sarebbe accumulata durante la fase evolutiva del Sistema Solare denominata “Grande Bombardamento Tardivo” (avvenuto circa 4 miliardi di anni fa) in cui un’intensa pioggia di asteroidi investì il nostro pianeta. L’attenzione degli astronomi adesso è rivolta ad altre stelle dove l’intento è quello di scoprire sistemi che possano aver subito un processo evolutivo analogo al nostro, fornendo così un ulteriore conferma a questa teoria.
Ci sarebbe comunque un altro mistero da chiarire: chi ha portato l’acqua sugli asteroidi?