Nel periodo di Natale siamo
circondati da una quantità di stelle comete: sul
Presepio, sull’Albero, nelle vetrine dei negozi
e perfino sulla scatola di un famoso panettone.
La tradizione è relativamente recente poiché
risale “soltanto” al Medio Evo.
Infatti il Vangelo di Matteo, l’unico che narri
dell’astro che guidò i Re Magi, parla
genericamente di una stella senza precisarne
l’aspetto. Ma nel 1305 Giotto, affrescando la
Cappella degli Scrovegni a Padova, disegnò una
cometa nel cielo di Betlemme e da allora questa
divenne il simbolo incontrastato del Natale.
Giotto fu certamente ispirato dalla visione
delle cometa di Halley, che passò nel 1301. Ora
ci si chiede se a guidare i Magi fu veramente
una cometa o qualche altro fenomeno astronomico.
Se prendiamo alla lettera le parole di Matteo “....
la stella che avevano visto (i Magi) al suo
sorgere, apparve di fronte a loro, finché si
arrestò sul luogo dove stava il Bambino....”
allora deve essere stato un miracolo, perché
nessun corpo celeste può arrestarsi in nessun
luogo. Ma considerando che il Vangelo di Matteo
fu scritto circa 60 anni dopo la nascita di
Cristo, si può immaginare che i fatti reali
siano stati modificati ed ampliati nella memoria
dei testimoni o nella narrazione da una persona
all’altra. In questo caso, se escludiamo gli
eventi soprannaturali, gli astronomi possono
dire la loro.
Prima di tutto bisogna stabilire quando può
essere avvenuta la nascita di Cristo. I Vangeli
ci dicono che fu dopo il censimento indetto da
Augusto e che il re Erode ne venne informato dai
Magi. Sulla base della storia romana si può
individuare un intervallo che va dall’anno sette
all’anno quattro avanti Cristo: infatti l’inizio
dell’era cristiana fu erroneamente fissato dal
monaco Dionigi il piccolo, vissuto nel VI
secolo, con alcuni anni di ritardo.
Gli astronomi hanno quindi cercato di capire se
in questo intervallo sia avvenuto in cielo
qualche eccezionale fenomeno. Una cometa sembra
improbabile, per le seguenti ragioni:Nessuna
delle comete periodiche oggi conosciute fu
visibile in quegli anni. La famosissima cometa
di Halley effettuò un passaggio nel 12 a.C.,
troppo presto. Nelle antiche cronache non viene
citata nessuna apparizione eccezionale di
stelle, mentre una cometa sarebbe stata
facilmente notata, anche perché si credeva che
questi astri fossero il segno di eventi
eccezionali. Già nel 1603 Keplero assistette ad
una congiunzione tra Giove e Saturno e facendo i
calcoli all’indietro si accorse che la stessa
era avvenuto anche nell’anno 7 a.C. Congiunzione
significa che i due astri si trovano
prospetticamente abbastanza vicini in cielo: un
fatto che non viene notato dai più ma che
certamente non poteva sfuggire ai Magi, che
erano non Re ma astrologi alla corte di
Babilonia. Come tali potevano aver interpretato
simbolicamente l’evento: Giove è nell’astrologia
il pianeta reale ed annunciava la nascita di un
Re; Saturno, collegato al popolo ebraico, la
situava in Palestina. Studi recenti effettuati
nell’ambito della NASA hanno dimostrato che
nell’anno 7 a.C. il fenomeno si ripeté tre
volte: il 29 maggio, il 29 settembre e il 4
dicembre. Un controllo può essere fatto da
ognuno di noi, usando uno dei programmi per
computer oggi a disposizione anche degli
astrofili.
In conclusione l’ipotesi della congiunzione
appare attualmente la più probabile. Come si
vede non esiste alcuna certezza circa la vera
natura della Stella di Natale; questo comunque
non deve impedirci di godere con serenità le
feste natalizie, che possono fornirci qualche
giorno di pausa e tranquillità nella agitata
vita moderna.
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Le comete sono agglomerati
di ghiaccio, sassi e polveri grandi pochi
chilometri, che diventano luminosi quando il
calore solare fa evaporare il ghiaccio.
L’astronomo Whipple le definì “palle di neve
sporca”; come esempio delle loro dimensioni più
frequenti possiamo prendere il monte Conero.
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L’ultimo passaggio della cometa di Halley -
1986 |